Dicembre 1970, in casa Nigro arriva Filippo, terzo e ultimo dopo due sorelle. La sua prima passione corrisposta è per l’atletica leggera. È veloce, e prima dei 15 anni, sui cento metri, diventa per un po’ il ragazzino più veloce del Lazio. Lo sport rimarrà sempre una passione: dopo l’atletica c’è il calcio, anche come tifoso, la squadra del cuore è la Roma. In tempi più recenti, una fitta agenda tennistica. Ma mai una professione: c’è lo studio, prima di tutto, e al Tasso, un importante liceo di Roma, fra latino, greco, storia e filosofia, non resta tanto tempo per tutto il resto. Però è in quegli anni che nasce l’amore per la lettura, che non l’ha mai abbandonato, e anche quello per il cinema. L’ingresso al Centro sperimentale di cinematografia di Roma arriva dopo un bel po’ di esami di storia all’università, e la passione per il cinema, stavolta, diventa una professione. La gavetta di Filippo è abbastanza rapida (ma c’è: cercatelo in “Un posto al sole” o nei “Ragazzi del muretto” se vi capita), poi il cinema d’autore lo accoglie grazie a Ferzan Ozpetek: prima Le fate ignoranti, poi un ruolo da protagonista con La finestra di fronte. Quest’ultimo film è un successo, e Filippo comincia a essere riconosciuto per strada, anche se famoso lo diventa in maniera definitiva grazie alla Tv e ai “R.I.S.”. Oggi di film ne ha fatti tanti - Diverso da chi?, A.C.A.B., In fondo al bosco tra gli altri - e Suburra la serie, prima produzione originale Netflix in Italia. Altre passioni? I giochi, per esempio: il poker tra amici e gli scacchi (spagnola col bianco, siciliana col nero se qualcuno volesse sfidarlo), ma la famiglia vince su tutto. Sposato, lei americana è nata e cresciuta a New York. Dopo un po’ di andirivieni la coppia ha scelto di stare a Roma. Ed è qui che sono nati i loro tre figli.